Si è concluso con successo il progetto di agricoltura sociale che ha coinvolto Alternativa Ambiente e Consorzio Intesa CCA (cooperative associate a Confcooperative Belluno e Treviso), il Servizio di Integrazione Lavorativa dell’ULSS2 Marca Trevigiana, Le Carline di Pramaggiore e Tenuta San Giorgio di Maserada. Sono stati tre anni di sperimentazione con decine di persone fragili coinvolte, la formazione di “tutor di mestiere”, la stesura di un manuale delle procedure da condividere con tecnici socio-sanitari e agrari e migliaia di viti potate a regola d’arte in due importante aziende vitivinicole.
Marco Toffoli, presidente di Alternativa Ambiente, sintetizza l’esperienza così: «Il progetto ha un costo elevato per la preparazione dei tutor, la gestione e il monitoraggio, ma crea opportunità lavorative e reale benessere per le persone svantaggiate, nonché manodopera specializzata per le aziende vitivinicole. Uno dei suoi motivi ispiratori è stato il desiderio di abbattere il muro tra profit e no profit offrendo alle aziende la possibilità di scegliere di parteciparvi semplicemente affidando alle persone coinvolte nel progetto il lavoro di potatura, che in questi tre anni di sperimentazione è stato completato nei tempi stabiliti, con la qualità richiesta e allo stesso costo normalmente sostenuto. Occorre, quindi, solo una maggiore sinergia tra pubblico e privato, che gli Enti preposti ne riconoscano l’efficienza anche in termini di costo socio-sanitario e che le aziende apprezzino l’utilità di un investimento sociale, che potrebbe essere attuato anche con strumenti che già la Regione Veneto mette a disposizione, come il job coaching e il voucher rafforzato. Il nostro know how e il preciso manuale delle procedure messo a punto in tre anni di lavoro sono a disposizione di tutti coloro che vorranno replicare questo progetto nelle tante aziende vitivinicole del territorio».