Con la chiusura di Cop26, la transizione sostenibile si è trasformata in un obiettivo primario, che guiderà le scelte di imprese, consumatori e cittadini per i prossimi anni.
La sostenibilità economica e sociale, oltre che ambientale, è per noi il punto di incontro tra l’oggi e il domani, il necessario equilibrio tra soci delle cooperative, consumatori dei nostri prodotti e dinamiche di mercato interno e internazionale.
La sostenibilità è scritta nel dna delle cooperative e si concretizza nell’equa distribuzione dei profitti tra i soci e nello sviluppo del benessere della comunità all’interno della quale le cooperative operano. La sfida che ci aspetta per i prossimi anni è quella di una maggiore adesione tra principi dichiarati, azioni e posizioni assunte da chi ci rappresenta. È un problema che non tocca solo le imprese cooperative ma tutti, singoli cittadini, associazioni di categoria e Istituzioni. Per noi è qualcosa di ancora più impellente, perché i comportamenti inappropriati in tema di sostenibilità entrano in contrasto con i nostri valori fondanti.
La cooperazione nasce per generare sviluppo dal basso, sia rispondendo ai bisogni di welfare di anziani, minori e nuclei familiari fragili, sia accompagnando le imprese che vogliono fare innovazione, crescita e aggregazione. Solo rispondendo con coerenza a questa mission, e non riducendo il nostro impegno alla mera difesa di interessi di categoria, possiamo sperare di interpretare il nostro dovere nei confronti della società. Un esempio per tutti, al netto delle coincidenze favorevoli, potrebbe essere il sistema Prosecco che si è affermato nella sua positività economica come risultato di un lungo lavoro: un successo solo in parte casuale e frutto della costante capacità di adattarsi alle condizioni del mercato e del territorio.
Si rende necessario quindi un approccio nuovo anche nella gestione delle imprese cooperative. Non è più sufficiente gestire al meglio la propria realtà e conseguire risultati positivi. Oggi è indispensabile gettare lo sguardo ai prossimi dieci anni, entrare in una logica sistemica con le altre realtà produttive del nostro territorio, con le altre associazioni di categoria e con le Istituzioni. Oggi è indispensabile creare relazioni di lobbying positive che accompagnino il nostro sistema produttivo e le nostre comunità in questa transizione senza perdere di vista l’obiettivo della crescita ma trasformando le ambizioni in azioni.